Articolo 1


Fino al 2000 le manifestazioni a premi prima di essere pubblicizzate dovevano essere autorizzate da una apposita commissione ministeriale che emetteva un decreto autorizzativo, vi ricordate gli spot radio che dicevano:
..Aut Min Ric? O Aut Min Con?
Voleva dire: autorizzazione ministeriale richiesta o autorizzazione
ministeriale concessa.
Se da un lato l’iter era un pelo più lungo rispetto ai 15 giorni, le aziende che volevano indire un concorso potevano stare tranquille che, con una autorizzazione ministeriale nessuno poteva creare problemi poi. Oggi invece che tutti pensano esista il silenzio assenso, di fatto, una manifestazione a premi può essere bloccata in qualsiasi momento.
Anche la parte tributaria con la nuova norma ne ha subito delle conseguenze, infatti, prima all’avvio del concorso le aziende versavano subito i tributi allo Stato, oggi invece, l’ufficio marketing deve darne segnalazione alla propria contabilità affinchè magari a distanza di un anno, si ricordi di effettuare la compensazione IVA, o versi la tassa sostitutiva sui premi assegnati nel corso dell’anno. Ma secondo voi, quante sono le aziende che si ricordano poi di operare l’idetraibilità dell’IVA sulle fatture relative ai beni acquistati per essere messi a disposizione di una Operazione a premi?
Se da una prima analisi questo potrebbe apparire come un risparmio per le aziende, di fatto, se dovesse arrivare la Guardia di Finanza, verrebbero elevate pesanti sanzioni per errata dichiarazione IVA, omessa registrazione, ecc.
Ovviamente anche lo Stato ne sta subendo le conseguenze a seguito della diminuzione di entrate.
E pensare che alcune associazioni dell’epoca hanno brindato alla “deregulation”!